CORONAVIRUS: IL CONDANNATO A MORTE SENZA POSSIBILITA’ DI DIFESA O APPELLO

di Carmelo Santonocito

 

Ricevo dall’Avvocato Carmelo Santonocito (l’autore dell’articolo: “io, arrogante complottista”), e volentieri pubblico, uno scritto – in risposta al mio “coronavirus: nulla sarà più come prima?” – che rappresenta un altro “punto di vista”. La dialettica è il principio ispiratore di questo blog e, nel rispetto della dignità e dell’educazione, aspetto altri contributi.

In un laboratorio di sociologia del diritto non dovrebbe mancare la ricerca e lo studio approfondito delle cause e/o delle possibili errate normative che stanno portando l’uomo, o quel che ne resta, ad una “involuzione” culturale, spirituale ed etica a tutto a vantaggio di una sempre più pregnante “dis-informazione” tecnica e tecnologica, meccanica e materialista.  

L’Uomo del XXI secolo è scaduto sotto ogni profilo; ha perso il vero senso della Vita e gioca le sue carte bluffando con se stesso e con gli altri in un letale gioco di “monopòli” (in cui una o poche grandi imprese detengono un forte potere di mercato dominando l’offerta o la domanda) mentre la moltitudine subisce attonita e sconvolta ogni dannosa conseguenza.

La sempre più manipolata e svenduta “Scienza”, in uno alla complicità dei ghiottoni pennivendoli, non fa altro che studiare ed approfondire solo gli aspetti esteriori (effetti) di ogni patologica circostanza, trascurando od offuscando volutamente le vere “cause”; in tale modo -ossia lasciando quest’ultime occultate ed immutate- ogni ritrovato scientifico alla lunga non potrà che ri-portare allo stesso, magari alquanto difforme ed acutizzato, effetto. 

La società ha il diritto di conoscere la Verità, le VERITA’, ma questo non è possibile in un immenso tavolo da gioco di azzardo dove in palio abbiamo grosse somme di danaro e di conseguenza la gente, in totale assenza di chiare, univoche ed uniformi indicazioni viene quasi “obbligata” a crearsi una propria visione che, come dice l’autore, “spesso induce alla ricerca di colpevoli più o meno immaginari, estranei alla società siano essi le streghe del medio evo, le minoranze politiche, i terroristi, i migranti o, in tempi di coronavirus, la spasmodica ricerca del paziente zero che dovrebbe dimostrare che il virus, il nemico, viene dall’esterno e non è uno di noi”.

Vi siete chiesti mai cosa è un “virus”? Il VIRUS è in noi, non fuori!

Siamo pienamente d’accordo con la contemporanea patologia della “infodemia” che, oggi, viene ad essere occultata dalla parola epidemia, che, a sua volta, per seri motivi per noi non esposti alla luce del giorno (sappiamo solo che i più colpiti sono ottantenni ed ammalati) è stata ad un tratto mutata – emulando il virus – in “pandemia”.

Da qui la <paura> … –specie se la scienza stessa non ha spiegazioni univoche (o meglio dice di IGNORARE, elargendo alla fine spiegazioni che offendono l’intelligenza umana e che nemmeno i bambini accettano come … il pangolino, il pipistrello o l’unicorno!) e su cui è superfluo soffermarsi in quanto nell’articolo del dott. Motta ne viene data una elegante esposizione, … si trasforma in terrore, alias “paura della paura” o “paura al quadrato”!

E se la paura, da sola, produce cambiamenti psicologici, il terrore (peraltro seminato a valanga in quest’ultimo ventennio – dal 2001 per l’esattezza) produce disastri totali non solo nella psiche di ognuno ma nella convivenza sociale e nei rapporti umani dove ognuno vede il vicino, il familiare, come  il terrorista che gli annuncia la morte ed oggi, volenti o nolenti, tutti siamo diventati pericolosi portatori – magari sani – di malattie virali.

Ma chi è che sparge il terrore? Non di certo qualche rimbecillito con le sue imbellettate fake news (a cui molti, in assenza di un quadro chiaro, sono portati a credere) che magari non hanno né testa né piedi, ma altri e più autorevoli fonti! Essi detengono il potere maggiore (anche di terrorizzare) “di fronte ad una minaccia vera o presunta tale che si ritiene non controllabile”.

In primis gli untori sono i MEDIA dato che, a prescindere dal coronavirus, non viviamo più in un mondo REALE, ma -come dice il nostro autore- <l’uomo vive in un mondo rappresentato dai Media>. <I Media definiscono cos’è pericoloso e nello stesso tempo spiegano come affrontare il pericolo attraverso le narrative del controllo>. 

Soprattutto la Scienza poi deve essere vista con sospetto. E’ naturale che “l’idea che passa è che non ci si può fidare di essa, tutte le volte che si parla di argomenti scientifici quali: intelligenza artificiale, terapie genetiche, biotecnologie, la reazione è sempre quella di metterne in evidenza i possibili effetti collaterali e i potenziali sviluppi negativi, l’incredibile sviluppo del movimento no vax o il nuovo luddismo nei confronti dell’informatica che ruba il lavoro ne sono esempi classici”.

L’America però va a fare le sue guerre per eliminare le “inesistenti” armi di distruzione di massa (magari batteriologiche e/o bio-ingegnerizzate) ma nessuno chiede conto e ragione di quelle di cui può disporre. Proliferano peraltro indisturbati studi scientifici impietosi ed aprono, a fior di quattrini, laboratori internazionali militari e civili (vedi quello di WUHAN) dove si manipolano virus, batteri, veleni, e vengono messe in atto le più sporche pratiche di avvelenamento mondiale a scopo bellico e/o farmaceutico … e poi? Poi appena vien fuori un vero problema la bella ed illuminata Scienza (che ci ha già depauperati) allarga le braccia e se ne lava le mani dicendo apertamente: “questo VIRUS è un nuovo ceppo, non sappiamo che cosa fare e per i vaccini servono anni”. Ma dietro le quinte un Bill Gates (informatico e non medico o virologo) si muove proferendo: “vaccini già pronti”! E solo a questo punto tutti pronti a dire: viva la SCIENZA!

Il Governo infine – impersonato da gente incompetente, corrotta, doppiogiochista, commedianti, teatranti, attori, comici e barzellettieri – prende i suoi provvedimenti su basi “scientifiche” che non spiegano, né ci tengono a spiegare, il perché in Sicilia la domenica tutto è chiuso e nelle altre regioni no; ovvero il perché questo acerrimo nemico invisibile (presumibilmente capro espiatorio di una magari ben altra e più grave problematica di inquinamento) possa colpire “dal di fuori” atleti che vanno a correre nei parchi ed all’aria aperta dove il metro, 87 centimetri e 24 millimetri di distanza l’un dall’altro, per evitare il contagio, sarebbe scongiurato!

“La mancanza di conoscenza fa sì che l’unica cosa di cui si è certi è che tutti abbiano svantaggi, e la paura della morte incombe su tutti i contagiati (a prescindere dal relativamente basso tasso di letalità). La mancanza di fiducia in chi gestisce il rischio fa percepire il pericolo molto di più di quanto probabilmente non lo sia realmente”.  Eppure, i morti ci sono.

COSA CI LASCERA’ IL CORONAVIRUS? Nient’altro che una più diffusa ed enorme IGNORANZA che, a dire di Socrate, è il male più grande al mondo!

Dobbiamo far fronte oggi ad inspiegati provvedimenti autoritari e liberticidi e dovremo far fronte poi ad una crisi economica più dura e severa di quella successiva alla Seconda guerra mondiale!

Ma non venitemi, per cortesia, a raccontare che … “Un’altra importantissima conseguenza dell’espansione della pandemia che, per certi versi ha un risvolto positivo, è l’incremento dell’uso della tecnologia nel campo lavorativo e della scuola”.

E’ questa una bestemmia dal momento che cozza e fa a pugni: a) con tutto ciò che ci circonda; b) con la socialità umana e soprattutto con la corretta crescita dei bambini; c) con la necessità di poltrire davanti a macchine che ti distruggono il fisico, la mente, l’armonia, i giochi veri, i colori, il sole, gli animali, tutti gli altri esseri e la libertà; d) ed infine, con il tuo stesso essere fatto di movimento, semplicità ed euritmia con il creato.

In teoria si potrebbero persino scambiare il ruolo, il COVID 19 e l’incremento dell’uso di una sempre più artificiosa e dannosa tecnologia, divenendo quest’ultima una causa ed il piccolo patogeno l’effetto!

Ma se fosse solo questo l’evidente problema, soffermandoci a quello che recepiamo come interesse scolastico (lavorativo), di certo uno dei settori di cui si riconosce l’importanza “pubblica”, io dichiaro a testa alta la felice perdita di un anno di scuola rispetto a quello principale della salute. E ciò senza la necessità essenziale e parossistica di stare connessi al computer e sconnessi al mondo!

E se “gli italiani sono bravissimi ad improvvisare e danno il meglio di sé in mancanza di regole” non esiste peggiore situazione di un divieto di pensare e riflettere coscienziosamente a seguito di “paure indotte” e/o “pusillanime critiche” di esistenti gap tecnologici/culturali che servono solo a riempire i portafogli a tipi come Bill Gates (il quale peraltro aveva proibito ai figli l’utilizzo del computer) che passano facilmente dall’informatica ai vaccini seguendo l’odore disgustoso di immense fortune economiche che potrebbero essere inutili ed inservibili davanti ad un invisibile (e magari innocuo) agente patogeno indistruttibile e … senza vita.

Il caso del coronavirus è emblematico: l’utente medio dei social, infatti, non comprendendo le spiegazioni scientifiche azzarda; lo specialista non comprendendo nemmeno lui quello che la scienza non dice, azzarda; i governanti di tutte le nazioni (ne abbiamo la evidente prova) non comprendendo un bel niente da tutti questi fuochi di artificio, azzardano.

A questo punto la colpa di tutto di chi è? Di un bistrattato e magari inoffensivo infinitesimale virus influenzale? Forse!

Ma se vogliamo darne la colpa ai famigerati complottisti, ai sensi e per gli effetti dell’art. 21 della nostra beneamata Costituzione, siamo liberi di farlo. 

Condivido pienamente infine le conclusioni a cui giunge l’autore!

Sono queste indubbiamente un dato oggettivo ed universale.

Carmelo Santonocito

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